Spesso durante le lezioni mi viene chiesto la differenza tra certificazioni e credenziali nel Project Management. Vi sono molti corsi, molte Associazioni sul mondo del project management. Ma, con molto meno piacere, vedo che c’è ancora molta confusione su tale differenza.
Cominciamo con il dire che esistono certificazioni DEL Project Manager e certificazioni (dette anche credenziali o qualifiche) DI project management.
Vediamo la differenza
Certificazione DEL Project Manager, la UNI 11648
Per certificazione viene intesa quella procedura con cui una terza parte indipendente dà assicurazione scritta che un prodotto, un servizio, un processo o una persona è conforme ai requisiti specificati.
“La certificazione del personale assicura che determinate figure professionali possiedono, mantengono e migliorano nel tempo la necessaria competenza, intesa come l’insieme delle conoscenze, abilità e doti richieste per i compiti assegnati.” (UNI)
L’unica certificazione in Italia è quella basata sulla norma tecnica UNI 11648:2016 “attività professionali non regolamentate – Project Manager” la quale definisce i requisiti relativi all’attività professionale del Project Manager, ovvero quali sono le conoscenze, competenze ed abilità che un Project Manager, deve possedere per gestire i progetti affidatigli.
Si definisce DEL Project Manager perché attesta la rispondenza al ruolo.
Tale certificazione, viene rilasciata da Organismi di Certificazione (OdC) che sulla base della norma UNI 21500 definiscono i loro schemi di certificazione. Tali Organismi devono essere accreditati da ACCREDIA, l’unico ente nazionale di accreditamento in Italia. Il registro ACCREDIA è valido in tutta Europa.
Quindi tali certificazioni rilasciate da un ente indipendente sono dette di terza parte.
Certificazioni DI Project Management (credenziali)
Le certificazioni di Project Management, anche dette certificazione di seconda parte (qualifiche o credenziali), sono rilasciate da organismi non accreditati, ovvero istituti privati che attestano il possesso delle conoscenze dei processi di project management e delle abilità necessarie per la loro applicazione sulla base dei modelli e standard di riferimento adottati dall’organizzazione stessa che li rilascia.
Vediamo di fare un esempio.
Il Project Management Istitute (PMI®) rilascia la credenziale PMP®, basata sulla guida “Project Management body of knowledge” (PMbok), che è lo standard di riferimento del PMI stesso.
Qui come si può capire non c’è un ente terzo che valuta, ma è la stessa organizzazione che adotta uno standard specifico a valutare il candidato, per questo si chiama di seconda parte.
Le più famose sono
ISIPM-Av® dell’Istituto Italiano di Project Management (www.isipm.org)
PMP® del Project Management Institute PMI (www.pmi.org)
Prince2® del Project IN Controlled Enviroment (https://www.prince2.com/eur)
IPMA® dell’International Project Management Association (http://ipma.it/ipma_/)
E quelle di prima parte?
Si parla di prima parte quando è l’interessato che autocertifica il possesso di determinati requisiti.
Le Associazioni professionali di Project Manager
Il Project Manager fa parte delle professioni non organizzate in ordini o collegi, ovvero professioni (intendendo le attività economiche – anche organizzate) che prestano servizi oppure opere a favore di terzi, esercitate abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale (o comunque con il suo utilizzo), ma che non sono riservate per legge a soggetti iscritti in albi o elenchi.
Per tutelare i consumatori, promuovere la conoscenza e garantire la trasparenza del mercato dei servizi professionali, è stata adottata la Legge 14 gennaio 2013, n.4 (4/2013) che disciplina le professioni non regolamentate. Il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) svolge compiti di vigilanza sulla corretta attuazione delle disposizioni della legge.
La legge 4/2013 prevede la possibilità di formare associazioni di natura privatistica per le professioni senza albo.
Coloro che esercitano professioni non organizzate in ordini o collegi possono costituire associazioni a carattere professionale di natura privatistica, su base volontaria, al fine di valorizzare le competenze degli associati e garantire l’applicazione della disciplina, agevolando la scelta e la tutela degli utenti nel rispetto delle regole sulla concorrenza. Le associazioni professionali di questo tipo non hanno un carattere di rappresentanza esclusiva (possono esistere infatti più associazioni per la stessa attività professionale) e non hanno scopo di lucro.
Compito delle associazioni è garantire la trasparenza delle attività e degli assetti associativi, la dialettica democratica tra gli associati, l’osservanza dei principi deontologici e una struttura organizzativa adeguata alle finalità dell’associazione. Le associazioni promuovono inoltre la formazione permanente dei propri iscritti e adottano un codice di condotta. Vigilano sulla condotta professionale dei loro associati e stabiliscono le sanzioni da applicare in caso di violazione del codice di condotta.
Attestati di qualità dei servizi professionali
Le Associazioni professionali iscritti nell’apposito elenco del MiSE rilasciano un attestato (non tutte, andare nel sito del MiSE per vedere chi lo rilascia e chi no) agli iscritti che sono in possesso dei requisiti di accesso e di mantenimento (definiti dall’associazione stessa).
L’attestato in questione non può essere assimilato ad unn “riconoscimento professionale” o ad un “accreditamento”, ma può unicamente attestare la regolare iscrizione del professionista all’associazione.
Anche in questo caso si parla di seconda parte.
Quindi gli attestati di qualsiasi Associazione sono uguali?
Come scritto in precedenza gli attestati sono di seconda parte, quindi è l’Associazione che li rilascia a decidere i criteri per iscriversi e i criteri per il loro mantenimento.
Quindi la riposta alla domanda è duplice:
SI a livello formale, perché conformi alla legge 4/2013
NO a livello pratico, perché i criteri per l’accesso possono essere diversi e quindi diverse saranno le conoscenze possedute dai loro soci.
Vediamo di fare un esempio con la figura seguente in cui sono descritti i criteri di iscrizione per le due associazioni
Qui possiamo vedere che i criteri per l’iscrizione all’Associazione B sono più restrittivi rispetto all’Associazione A, ma ripeto a livello formale, per legge, entrambi hanno lo stesso valore.
Quindi sono obbligato ad essere iscritto ad un Associazione professionale ed essere certificato per definirmi un project manager?
Assolutamente no. Il far parte di un Associazione, il possesso di una certificazione o credenziale è su base volontaria.
Quindi puoi tranquillamente continuare a definirti Project Manager, quindi ti autocertifichi. (Linkedin insegna)
Mantenimento delle certificazioni e delle credenziali nel Project Management
Le certificazioni o le credenziali vanno mantenute.
La UNI 11648 richiede 60 crediti formativi in 3 anni (20 all’anno)
La PMP® richiede 60 PDU (equivalenti ai crediti formativi) sempre in 3 anni.
Tali crediti o PDU vengono acquisiti partecipando a webinar, incontri (organizzati da ISIPM e PMI e altri istituti e Associazioni).
Oltre al mantenimento questi incontri e webinar sono fondamentali per il vostro aggiornamento continuo, questo probabilmente è il vero valore di ottenere una certificazione a norma di legge o una credenziale professionale. Entrerete in contatto con molti professionisti e così facendo amplierete di molto le vostre competenze nel project management.
Glossario
In tutte le descrizioni delle certificazioni/credenziali si è sempre fatto riferimento a conoscenza, abilità e competenza, vediamo il loro significato.
Il quadro europeo delle qualifiche EQF definisce:
Conoscenza: risultato della assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento
Abilità: la capacità di applicare conoscenze per portare a termine compiti e risolvere problemi
Competenza: comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali in situazione di lavoro o di studio
Una sottile differenza
Abbiamo visto che la UNI 11648 attesta la rispondenza al ruolo di project manager (conoscenza, abilità e competenza), mentre le altre credenziali attestano il possesso delle conoscenze dei processi di gestione progetti e dell’abilità nell’applicare tali processi.
Ovvero si è appreso quello standard e lo si sa’ mettere in pratica (ma non si parla di competenza)…
Questa è una differenza molto sottile e ai puristi fa storcere il naso (se devo essere sincero non piace molto nemmeno a me).
Io sono certificato sia UNI 11648 e possiedo sia la credenziale ISIPM-Av che la PMP® e vi assicuro che per superare entrambi gli esami la competenza serve e come.
Degli strumenti in più
Come il detto “l’abito non fa il monaco”, anche le certificazioni/credenziali non fanno il PM, non basta la UNI 11648, la PMP, la Prince2, la IPMA, la ISIPM-Av per essere dei buoni project manager.
Qualsiasi certificazione/credenziale vi permetterà di avere a disposizione degli strumenti in più per gestire al meglio un progetto, ovviamente gli strumenti da soli non bastano, serve fare esperienza, quell’esperienza che ti permette di scegliere lo strumento migliore e serve la costanza per utilizzare quei strumenti nel miglior modo possibile.
Infine è da segnalare che in alcuni bandi di gara (ancora pochi a dire il vero) il possesso di una certificazione/credenziale viene indicato come requisito migliorativo (attenzione non per escludere, ma solo per avere un punteggio più alto).